Metodologia

Lo studio coreografico è partito da un excursus nella pittura fiamminga presente a Genova. Da questa il coreografo ha estrapolato dei lembi di opere che sono diventati la prima trama del percorso fisico-drammaturgico. Quella fiamminga è una pittura fatta di raffinatissimi dettagli, nella quale la prospettiva è resa empiricamente, per tentativi, attraverso la luce e non per mezzo di un preciso studio geometrico. I soggetti di queste tele sono inoltre rappresentati con verosimiglianza, laddove anche nelle scene corali ogni singolo personaggio è dipinto con fedeltà e precisione. Queste caratteristiche pittoriche, traslate nella coreografia, hanno assunto le forme di una costante attenzione ai dettagli corporei, motori e gestuali degli interpreti, in un processo di creazione compositiva condotto per via empirica e con una forte fiducia nelle specifiche qualità dei singoli danzatori. Lo sguardo dello spettatore, idealmente, si avvicina talmente all’opera pittorico-coreutica da perderne l’immagine originaria, in uno strabismo sensoriale e percettivo.

La coreografia è nata in sala prove durante le ore di lavoro con gli stessi interpreti. Questo significa che la struttura coreografica, le singole scene e la qualità del movimento non sono state determinate precedentemente dall’autore, ma sono emerse strada facendo, riadattandosi passo dopo passo alle possibilità, alle tempistiche, alle caratteristiche tecniche, alle proposte dei collaboratori e soprattutto alle necessità e alle qualità peculiari dei cinque corpi in scena: come in un laboratorio sperimentale. Nonostante il processo di creazione di Esclamazioni Mute sia di carattere pragmatico e immediato, alla base della composizione permangono due elementi tematici specifici e complessi: uno proviene dal mondo della pittura, l’altro da quello della danza contemporanea. Entrambi riguardano la ricca zona delle Fiandre.

In un secondo momento è stato fondamentale il contributo di Enrico Musenich i cui bozzetti, fatti di corpi in azione, sono stati il punto di partenza per alcune delle immagini coreografiche ricreate in scena dai danzatori. I costumi disegnati da Pasquale Napolitano sono stati realizzati in jeans, uno storico tessuto di origine genovese, riprendendo i tagli e gli stili di alcuni preziosi vestiti presenti nelle pitture fiamminghe. La musica è stata appositamente creata da Tommaso Rolando attraverso un processo parallelo alla coreografia.

Di seguito due brevi digressioni storiche permetteranno allo spettatore di approfondire le complesse tematiche che hanno ispirato il lavoro di Esclamazioni Mute: la presenza della pittura fiamminga in Liguria tra Quattro e Cinquecento e la danza contemporanea sviluppatasi nelle Fiandre a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.

con il sostegno di SIAE e MIBACT

nell’ambito del progetto “Per Chi Crea”

immagine di copertina: Enrico Musenich