Breve omaggio alla poesia di Jalalludin Rumi, fondatore della Confraternita Sufi dei Dervisci Me- vlevi (Dervisci rotanti).
Durante la tipica danza il semazen (danzatore), nella continuità della rotazione, recita alcune poesie mistiche composte da Rumi (1207-1273). Un musicista accompagna la performance suo- nando il Ney e il Bendir.
“La performance, molto semplice, – dice Giovanni di Cicco – è l’applicazione di quanto ho per- cepito e interiorizzato attraverso l’esperienza vissuta con la confraternita dei Dervisci Rotanti: “gi- rerò” sul mio asse, secondo la ritualità dervisci, recitando le poesie mistiche composte da Jalallu- din Rumi (1207-1273) al suono evocativo della musica tradizionale turca eseguita dal vivo.”
Il pubblico entra mentre musica e danza sono già in atto,
quando tutti gli spettatori sono sistemati, si realizza una lunga pausa nella musica e, nel silenzio, il danzatore apre le braccia continuando a ruotare al centro dello spazio.
(il pubblico idealmente viene sistemato a semicerchio).
A partire da questo momento la danza rotante non verrà mai interrotta, poesie e musica si alter- nano e a volte si accompagnano.
In una danza che è preghiera, il finale è un invito al pubblico a partecipare attivamente alla per- formance.
Danza
Giovanni Di Cicco
membro effettivo del “Galata Mevlevi Ensemble”
(i dervisci rotanti di Istanbul)
Durata 30 minuti