Coreografia Giovanni Di Cicco
Musica I. Stravinskij

Produzione Fondazione Teatro Carlo Felice

Orchestra Teatro Carlo Felice
Luci Luciano Novelli

Debutto: stagione sinfonica Teatro Carlo Felice febbraio 2013
Durata 40 minuti

Video Promo Pulcinella

Le Mille Maschere di Pulcinella
Una piéce di danza che dal punto di vista della coreografia,rispettando in ogni dettaglio la partitura musicale, scivola in  uno spazio di libera interpretazione del soggetto che aveva ispirato il  libretto originale.

Lo spettacolo,infatti, non racconta l’episodio de “I quattro Pulcinella identici” scelto da Diaghilev e Strawinsky, ma s’inoltra nel mondo di Pulcinella creando una “trama intuitiva” ispirata soprattutto dal rapporto fisico con la musica e dallo studio di questa maschera, spesso oscura, che attraversa diversi stati psicologici rivelando una camaleontica capacità nell’adeguarsi alla  realtà che ha di fronte.

Nel percorso d’avvicinamento alla scrittura coreografica definitiva,  fin dalla sua fase iniziale, ho privilegiato l’esplorazione del “soggetto Pulcinella” attraverso il lavoro di gruppo, ricercando una metodologia adeguata a dare un’identità coerente al Danse Ensemble del Teatro Carlo Felice, un gruppo di danzatori dalle caratteristiche eterogenee, scelto e costituito  per il progetto DEOS che il Teatroha intrapreso nell’ambito della Danza.  Non ho fatto all’interno del gruppo alcuna  scelta a priori,

nessuna distribuzione programmatica dei “ruoli” non preoccupandomi della linearità o meno del racconto ma,  lasciando soprattutto spazio  all’ascolto delle diverse qualità dei danzatori, facendo così affiorare nuove identità del Pulcinella che si riproduce e si duplica in ogni scena diverso, autogenerandosi come è sua stessa caratteristica.Pulcinella  nello spettacolo è alla costante scoperta della sua capacità mimetica, si trasforma e si pone di fronte agli avvenimenti con varie modalità ed atteggiamenti,  metafora  di un sapersi sempre arrangiare. Il suo rapporto con il genere femminile è poco chiaro, ambiguo, continuamente  mutevole. Tra distacco, possesso, amori ed esagerazioni si scopre fuori e dentro di se, usando gli altri.

Una maschera  disposta a coprire qualsiasi volto pur di sopravvivere.
Non  è un percorso alla ricerca del significato “ultimo” ma, dell’andamento energetico della composizione coreografica in linea con la musica che tra astrazione, descrizione, gioco e  violenza, riporta ad una fisicità carnale, dionisiaca.

 

 

 

 

 

 

 

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